Il 2014 è stato un anno nero per i bambini sulle strade, ben 65 giovani vite spezzate, 13 in più rispetto l’anno precedente. L’Onu vuole scongiurare l’aumento di simili tragedie e invita tutti ad una sensibilizzazione massiva su questo grave problema.
Bambini, vittime innocenti
Da quanto emerge dai dati dell’Onu, ogni giorno, sulle strade di tutto il mondo, perdono la vita più di 500 tra bambini e adolescenti, quasi 185mila piccole vittime ogni anno. Nel 2013 nel nostro paese sono morti 123 giovani, 47 di loro avevano persino meno di 14 anni e ci sono stati 10.400 feriti per incidente stradale.
Alla base di molte tragedie c’è la scarsissima conoscenza e totale incuria degli adulti delle norme del codice della strada. Persino un gesto semplice, come il corretto utilizzo dei seggiolini da auto, è capace di ridurre del 70% le possibilità di conseguenze gravi in caso di incidente stradale, ma troppi genitori lo usano con superficialità.
I bambini e i giovani sono vittime di comportamenti superficiali, distratti e scorretti delle persone che si suppone rivestano il ruolo di garanti per le loro vite, che dovrebbero proteggerli e aiutarli a crescere.
A sostegno di questa causa si muove quotidianamente la Fondazione Ania con campagne di informazione proprio sul corretto trasporto dei minori in automobile e ha anche chiesto un inasprimento delle pene per chi non rispetta queste regole, anche per il trasporto dei bambini in bicicletta e sui motocicli.
Campagna anche social
La campagna, la più grande mai realizzata su questo tema, è soprattutto social. Un sito dedicato, (www.savekidslives2015.org), una petizione rivolta ai leader di tutti i paesi membri e il coinvolgimento del popolo di Twitter su #SAVEKIDSLIFE. Sul website potete trovare tutte le iniziative promosse dall’Onu, potete scaricare la “Dichiarazione dei bambini per la sicurezza stradale”, una petizione rivolta ai leader di tutti i paesi membri oppure scattare e condividere il vostro #Safie.
L’obiettivo è ben chiaro: salvare i più piccoli è possibile e tutti possiamo e dobbiamo fare la nostra parte.
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